1.
ottimista fino alla completa cecità
2.
I nostri pensieri hanno la stessa cecità delle nostre viscere
3.
Crescendo, tuttavia, aveva dovuto fare i conti con la cecità volontaria di Ruth, con le sue ostinate apologie del padre, con la sua incrollabile devozione a quel falso idolo
4.
Le persone colpite cominciavano a vacillare, tremavano e lamentavano vari disturbi sensoriali, che nei casi peggiori sfociavano in sordità, cecità e demenza
5.
Questa paura ipocondriaca della cecità ha carattere ossessivo e reiterativo; essa ripete tra sé innumerevoli volte: «Sto diventando cieca, lo so, sto proprio diventando cieca», eccetera, e quando è in queste condizioni è "impossibile" rassicurarla
6.
Questa è un'onda di morte, un'onda di cadaveri neri e cadaveri bianchi, di mani guantate, di dita ossute, di aghi e tumori dolorosi, di cecità, mentre tenti di leccarti il sangue che zampilla dal tuo corpo e sei lasciato con le gambe e la schiena spezzate in un mucchio di altri corpi sfracellati, pensando ancora che ci sarà del cibo alla fine e che i custodi ti rimetteranno nel tuo contenitore, come fanno sempre quando succede qualcosa di male
7.
di cecità di silenzio si dilata uno sparo
8.
Di tunnel in tunnel di abbagliamento in cecità
9.
Che fosse invece cecità? Non è escluso che per punirmene abbia inventato il colombiano ex-spagnolo
10.
«Sei ridotto male,» interviene a questo punto la voce fuori campo di un qualche Agostino laico «sei ridotto male tu che a sbalzi e singhiozzo passi la vita in attesa di quegli stati certamente precari e di quei salti di qualità che non sono affatto tali, visto che lasciano le cose come stanno; mentre per il resto almeno un poco di curiosità non guasterebbe – e invece sbandi di giorno in giorno in rimozioni colpevoli o affondi nell’indifferenza e addirittura in una cecità agghiacciante
11.
Ma basta adagiarsi in questa fiducia, in questa giustificazione ed ecco il procedimento impoverirsi a meccanismo ripetitivo; lo sguardo minacciato di cecità; l’orizzonte stesso chiudersi, raggelarsi; l’arco d’esperienza ridursi a sempre più infrequenti e illusori sussulti in un ambito di progressiva aridità
12.
Ci muoviamo tra le cose senza vederle, a volte affascinati da una sola tra di esse, ciechi per le rimanenti, e tra le cose la nostra cecità comprende anche le bestie, quando, improvvisamente, per vie impreviste, un contatto si stabilisce, un linguaggio comune, sin lì ignorato, sembra formarsi tra noi e loro, oppure, preesistente ma dimenticato, riemergere alla nostra mente in un lampo
13.
Il diaframma mentale cui alludevo, fattore di schematismo e di parziale cecità nel lettore novizio, sta nella bivalenza di questa formula, nella reciprocità ottenuta per astrazione di contenuti e di forme
14.
Era stato scelto apposta perché, a causa della sua cecità, non aveva bisogno di luce per lavorare
15.
Si ricordi come, prima della seconda guerra d’Iraq, gli Stati Uniti criticavano l’Europa non per il suo idealismo, ma per il suo opportunismo pragmatico e per la sua cecità alle minacce in agguato dietro l’angolo: la metafora spesso invocata era che l’Europa si stava comportando come Chamberlain a Monaco nel 1938, illudendosi che un genuino trattato di pace fosse possibile con i nazisti – non stupisce che Rumsfeld caratterizzasse la non disponibilità dell’Europa a partecipare all’attacco all’Iraq come «indegna»
16.
Si pensi a un fondamentalista religioso che vede segni di peccato e corruzione ovunque nella società moderna – il vero male non è il suo stesso sguardo sospettoso? Il vero male non sta in quell’atteggiamento di cecità totale alle conquiste delle moderne società secolari permissive, dai diritti delle donne alla tolleranza religiosa alla lotta contro il razzismo? L’osservazione di Hegel vale senza dubbio per Sarah Palin che, in un commento online del 7 agosto 2009, chiamò il piano della riforma sanitaria di Obama «assolutamente malvagio»:
17.
Quello che spiega questa cecità è la partecipazione di Vertov alla versione tecno-gnostica del comunismo popolare in Unione Sovietica negli anni Venti: confrontando sfavorevolmente l’uomo con la macchina, credeva che il suo concetto di «Cine Occhio» aiutasse l’umanità a evolversi in una forma più alta, post-umana, che escluderebbe la sessualità
18.
Su di esso è possibile intervenire per reintegrarne funzioni perdute o mai possedute (amputazioni, cecità, sordità) o proiettarlo al di là della sua antropologica normalità, rafforzandone le funzioni o aggiungendone di nuove, sempre in nome del benessere della persona, o della sua competitività sociale (incremento delle attitudini sportive, «protesi» per l’intelligenza)
19.
«La cecità sarà presto l'ultimo dei miei problemi», dichiarò alla fine
20.
Non c'è niente come loro qui e il suo giorno di più profonda cecità a Manhattan non è tenebroso come le notti dopo la perdita del capitano
21.
Ha avuto innumerevoli prove di questa cecità e sa che è una ragione del suo successo
22.
«Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia
23.
La sola parola ripetuta era quella relativa alla cecità
24.
«Dio ha detto che mi avrebbe mostrato la cecità, ma non la mia cecità
25.
Questo era il significato della cecità del ragazzo; è per questo che è morto
26.
Bruce, invece, era del parere che si fossero solo assopite e prospettava la speranza di una «rinascita dell’innocenza», rinascita che sarebbe stata motivata non dalla cecità o dall’Ignoranza, bensì dall'amore e dalla grazia
27.
Anticipò con timore qualche commento affilato di Gibb sulla sua cecità
28.
Si era recato come delegato di qualche compagnia missionaria a predicare nei dintorni di Trantridge, una località a quaranta miglia da qui, e aveva ritenuto suo dovere redarguire un giovane cinico e dissoluto incontrandolo da quelle parti, figlio di qualche proprietario di quelle terre, e con una madre afflitta da cecità
29.
Era giunta a Talbothays con idee ben chiare e per nessuna ragione avrebbe acconsentito a un passo che poteva causare al marito un amaro pentimento per la cecità dimostrata nello sposarla
30.
sorpreso, nonostante i brutti presentimenti, della difficoltà di procedere, derivante soprattutto dalla cecità e dallo scarso respiro
31.
Una persona che mal tollera l’imposizione della cecità tiene gli occhi aperti per godere di ogni prezioso attimo di luce
32.
«Naturalmente, in tutti: in tutti i libri composti, non già dall'uomo, ma dalla volgarità, dalla cecità che egli ha eletto (e mi resta da sapere perché) a sua sorte; non dall'uomo, composti, ma dall'accolta degli uomini, che all'uomo si oppone e lo schiaccia e ne fa svaporare, come acqua su ferro ardente, le più libere facoltà… Ah Anna, ed io che cosa sto cercando di dirti (è una tua espressione)? nulla?»
33.
Questo povero lupo, si muoveva a tentoni, non vedeva nulla e si comportava in modo strano perché era cieco, e gli altri lupi non capivano perché si comportava così perché sono solo animali e non sanno nulla della cecità, sanno solo che questo lupo si comporta in modo strano
34.
«Lo sanno tutti quanto ci sei utile, che la cecità non ti impedisce di sbrigare le faccende domestiche, aiutarci in bottega e perfino di curare il giardino»
35.
Circolavano su costei voci mistiche, sarebbe stata guarita dalla cecità e avrebbe fatto delle predizioni, incominciavano ad affollarsi al convento dei fedeli, le sue superiore ne erano imbarazzate, il vescovo l’aveva allontanata da Soissons e, com’è come non è, la nostra Adèle sceglie Boullan come padre spirituale, segno che Dio li fa e poi li accoppia
36.
Preso dal terrore di ridurmi come quella massa di forsennati arretro, ma finisco contro una colonna, Diana mi arriva ansimante a ridosso, oh mio Dio, la penna mi trema, la mente mi vacilla, lacrimante di disgusto come sono (ora come allora), incapace persino di gridare perché mi ha invaso la bocca con qualcosa di non mio, mi sento rotolare per terra, i profumi mi stanno stordendo, quel corpo che cerca di confondersi col mio mi procura un’eccitazione preagonica, indemoniato come se fossi un’isterica della Salpêtrière sto toccando (con le mie mani, come se lo volessi!) quella carne estranea, penetro la sua ferita con insana curiosità di chirurgo, prego quella fattucchiera di lasciarmi, la mordo per difendermi e lei mi grida di ripetere, arrovescio la testa indietro pensando al dottor Tissot, so che da quei mancamenti verrà lo smagrimento di tutto il mio corpo, il pallore terreo del mio viso ormai morente, la vista annebbiata e i sonni esagitati, la raucedine delle fauci, i dolori dei bulbi oculari, l’invasione mefitica di macchie rosse sul viso, il vomito di materie calcinate, le palpitazioni del cuore – e infine, con la sifilide, la cecità
37.
La loro apparente cecità rendeva facile la diagnosi
38.
Uno di essi mostrava ancora una lieve cecità ma, in breve, si ristabilí come gli altri
39.
Una raffigurazione della tua cecità, e una preparazione alla rinascita purificato dalla colpa del sangue»
40.
[28]Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di smarrimento di cuore, [29]così che andrai a tastoni in pieno giorno come il cieco va a tastoni nelle tenebre
41.
[18]Poiché gli Aramei scendevano verso di lui, Eliseo pregò così il Signore: «Colpisci di cecità questa gente!»
42.
E il Signore li colpì di cecità secondo la parola di Eliseo
43.
[17]Furono perciò colpiti da cecità
44.
Colpirò di cecità tutti i cavalli delle nazioni
45.
In realtà, non potevo saperlo, perché non mi ero più vista dopo quella sera: per settimane i miei occhi rischiarono la cecità e quando tornarono a vedere, non mi fu consentito di guardarmi allo specchio
46.
Nella cecità più totale, il frate udì altri suoni
47.
a rendersi conto che, pur facendo mostra della sua cecità,
48.
chiari e quasi bianchi, denunciavano la sua cecità; infatti veniva guidato da
49.
cecità del suo nemico; ma poi si accorse che gli occhi ostili di Richer
50.
cecità, sprofondato nel dolore che lo dilaniava
51.
Infagottati in stracci luridi, tendevano la mano e gridavano a gran voce descrizioni della calamità che li aveva colpiti: cecità, sordità, storpiature, addirittura il vaiolo o la peste
52.
Gli occhi stralunati, aperti ma immobili, davano un’impressione di cecità, come accade a quegli animali notturni improvvisamente snidati dal fuoco e accecati dalla luce che non tollerano
53.
«Ma non a causa della mia cecità, anche se questa mi ha reso le cose più facili»
54.
Durante le ore notturne, quando la sorveglianza si allentava, sollevava il cappuccio per respirare meglio e per interrompere, almeno per qualche momento, quella cecità totale
55.
Sono un nessuno che si dedica ai nessuno, anche se qualche volta penso che dovrei curare il potere, per la pericolosità che ha in sé e la cecità da cui è affetto
56.
Possibile che l’imprenditore così esperto di cavalli da aver tenuto a libro paga lo stalliere Vittorio Mangano non si sia mai preoccupato, in vent’anni che bazzica la politica, di allevarsi un poulain? Cecità? Imprevidenza? Cinismo alla Luigi XV, del tipo «après moi le déluge»? Va’ a saperlo
57.
gelatina resa opaca dal verme della cecità che si insinua nelle orbite della
58.
cervello correva, i criteri di misura impostigli dalla sua cecità di padre
59.
fliggere una sorta di cecità da neve
60.
Chi, invero, «ha fabbricato i modelli per questo desiderio di cecità, di demenza e di morte?» La risposta, nella sua pretesa didattica, lambisce i consueti motivi dell’ umanesimo antinovecentista
61.
Se il furore assassino prevale oggi su ogni dovere di carità solidale, perché si ha il timore di dire «che il Dio rifiutato è un vuoto che nessuna demagogia del benessere e dell’eguaglianza, o d’ambedue assieme, può colmare; e che quel vuoto, a riempirlo, sarà solo il cupo inferno della materia impazzita e della sua impazzita cecità e solitudine»?
62.
E, facendo il conto, la sua devozione l'aveva salvato, in America, dalla cecità
63.
Salvatore Sacco, quando riesce a sapere i nomi di coloro che hanno tentato d’uccidere i suoi fratelli provocando, indirettamente, la cecità del nipotino, non va a vendicarsi di persona, secondo tradizione, ma sporge regolare denunzia
64.
«Hanno altre lesioni oltre alla cecità?»
65.
Tirò fuori una cosa sulla cecità temporanea e poi su un fantasma che infestava la lavatrice, ma solo quando era sul programma “delicati”
66.
Fin dalla prima foto, però, scattata sui gradini di una sede comunale qualunque – quella di Dinard? – il giorno delle nozze di David e Aurore, ebbi la sensazione di uscire finalmente da mesi di cecità
67.
Temendo che la malattia agli occhi potesse degenerare fino alla completa cecità, cercava di affrettare i lavori di restauro della chiesa: una parte era stata abbattuta, la facciata spostata e il rio interrato per far posto a un campo fornito di pozzo
68.
Questa apparente cecità, però, è anche rinforzata dal metodo principale di cui il mondo si serve per contabilizzare le risorse naturali, un metodo che tratta il loro impiego come un’entrata invece che come un prelievo dal capitale
69.
Nel 1937, quando Simon Kuznets avvertì che l’uso improprio del PIL ci avrebbe esposti al pericolo di commettere degli errori di contabilità di questo tipo e che avrebbe potuto condurci a una forma di cecità ostinata, sottolineò anche che i conflitti per le risorse avrebbero potuto esacerbare il rischio intrinseco delle evidenti pecche del suo elaborato sistema di contabilità:
70.
Anche lo stato globale dello strato arabile è minacciato da quello stesso sfruttamento eccessivo, animato dalla nostra ostinata cecità, che provoca le crisi idriche
71.
412 I ricercatori dell’University College di Londra hanno già utilizzato le cellule staminali per ridare – entro certi limiti – la vista ai topi affetti da un disturbo ereditario alla retina,413 e ritengono che delle tecniche simili potrebbero essere usate entro breve tempo per trattare alcune forme di cecità negli esseri umani
72.
Quando andrò in quella bella campagna, dove si ricordano i tempi antichi, dove avrò la forza di dire quanto è importante Ada per me, dove potrò ricordare le mie colpe e la mia cecità, e dove mi preparerò a essere la guida del bambino che nascerà? disse Richard
73.
Dimentico degli avvertimenti di Dora Destino – ‘Qualsiasi Altro è escluso’ – accusava il caso, i demoni, i suoi vicini morti, senza mai prendersela con la propria cecità
74.
Il SIGNORE ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia; così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio
75.
La signora Corney scosse la testa con aria afflitta, come rammaricandosi della cecità di quegli spiantati che non arrivavano a comprenderlo, e immergendo un cucchiaino d'argento (di sua proprietà) nei più profondi recessi di una scatoletta di latta da tè da due once procedette alla preparazione della bevanda
76.
E, per una terribile facoltà che gli è data, dopo aver visto e sentito le successive trasformazioni delle pupille incenerite, ripiomba nuovamente nelle tenebre della sua prima cecità
77.
Poi approfitta della cecità del padre per farsi passare per suo fratello e ricevere la benedizione
78.
Anche se gli si parla in modo chiaro e distinto sembra non udire, è come afflitto da una sordità psicologica: se gli si mostra un punto doloroso nello schema del suo albero genealogico, sembra non vederlo, è come afflitto da una cecità psicologica
79.
Mi avevi raccontato che, secondo una leggenda, dalla punta della lancia che aveva trafitto Cristo sulla croce erano sbocciate le rose, e che i loro petali avevano il potere di guarire la cecità
80.
L’Idra si può distinguere da altri demoni della sua specie per il livello intellettivo bestiale, la presenza di teste su peduncoli e la cecità – l’Idra non ha una vista normale e si affida ai suoni, agli odori e all’enorme numero di grandi bocche per catturare le prede
81.
La medesima miscredenza, la medesima, per dir meglio, cecità e fissazione prevaleva nel senato, nel Consiglio de' decurioni, in ogni magistrato
82.
Se la sua anima chiede di vedere, la cultura all'intorno vuole la cecità
83.
Questo disordine imperversante nelle culture fa sì che lo spirito affondi nella noia, nella compiacenza, e alla fine, come la vecchia signora, nella cecità
84.
Questa infezione di origine gonococcica li attaccò tutti, provocando dolori inenarrabili e una cecità che rischiava di essere definitiva
85.
Era quindi pieno di compassione per la povera Nancy, il cui amore per Nightingale gli pareva evidente, e si meravigliava della cecità della madre che, più d'una volta, la sera prima, aveva accennato, parlando con lui, al grande mutamento verificatosi negli ultimi tempi nell'umore della figlia; «mentre prima», aveva detto, «era una delle più vivaci e allegre ragazze del mondo, eccola all'improvviso diventata tutta tristezza e malinconia»
86.
C'è però una differenza: la ruffiana ha un interesse in quello che fa, e un padre invece, anche se nella sua cecità può pensare altrimenti, non ha interesse alcuno nello spingere la propria figlia a una forma analoga di prostituzione
87.
Lo scudiero affermò poi, sotto giuramento, che questa improvvisa cecità evitò l'orrore di vedere il sangue innocente sparso durante la celebrazione dei sacri misteri e lo spaventevole delitto che avrebbe costernato la Chiesa di Dio
88.
Ma perché sul momento non mi accorgo mai di niente e capisco soltanto dopo, quando è tutto passato? E se proprio adesso, mio caro viaggiatore - viaggiatore, evidentemente, a causa della mia cecità - se proprio adesso, in questo momento, mi stesse scivolando addosso qualcosa che riconoscerò come meraviglioso e di cui avrò nostalgia solo una volta rientrata nel Rüssell Mi sento come se piombassi da un sonno all'altro
89.
Glielo avevo detto qualche volta, prima che iniziassimo quel breve viaggio che sarebbe riuscito a dilatarsi nella mia coscienza fino a occupare comodamente lo spazio di anni e anni, condensati dall'intensità di cui erano privi tutti gli anni che avevo vissuto senza di lui, e glielo dissi anche quella sera, un istante dopo aver spento la luce per tentare invano di conciliare il sonno che avrebbe giocato con me fino all'alba, farei qualunque cosa per te, glielo avevo già detto altre volte, ma solo nelle lunghissime ore di quell'insonnia rara e serena, stranamente placida e gioiosa, capii fino in fondo cosa avevo voluto dirgli con quelle parole banali, così simili a una frase fatta, priva di valore, farei qualunque cosa per te, gli avevo detto, e mentre spiavo con discrezione il suo respiro in quel letto d'albergo per cercare di capire se dormiva o se era sveglio come me, mentre tentavo di distinguere la sagoma del suo corpo in una penombra pura e compatta che sfumava nel buio, mi resi conto che gli avevo detto la verità, che davvero avrei fatto qualunque cosa per lui, e all'improvviso capii la schiavitù di tutti i drogati, dell'alcolizzato colto e beneducato perfettamente conscio che il bicchiere che sta portando alla bocca distruggerà per sempre la sua vita mandandola in mille minuscoli pezzi, e beve, del tossico misero e sporco che ha fin troppa esperienza per non rendersi conto che la vecchia che segue da mezz'ora per strada deve avere pochi spiccioli nella borsetta e che molto probabilmente, se decide di rapinarla, si ritroverà a soffrire per la scimmia in una cella, e ruba, della madre di famiglia che adora il marito e i figli e ha già pensato a cosa cucinerà per pranzo, per cena, e stringe il sacchetto della spesa con dita disperate mentre passa davanti a un bar e guarda la slot-machine di ogni mattina come se fosse un nemico spietato, capace di rabbrividire di piacere per la sua rovina, e si ripete che non lo farà, non lo farà, ma nel frattempo spinge la porta a vetri e gioca, all'improvviso capii il loro tremore, la loro cecità, la chiave della loro assoluta dipendenza, perché io gli avevo detto che avrei fatto qualunque cosa per lui ed era vero, e questo mi aveva costretta a provare sensazioni di grado superiore che non avevo mai conosciute, a pronunciare parole il cui significato non avrei mai creduto che esistesse, e non solo avrei dato la mia vita per lui, un sacrificio che di colpo mi sembrava banale, semplice, perché sarei stata capace di dare la mia vita anche per altra gente, per mia figlia, per mio fratello Antonio, per una causa giusta, ma per lui mi sarei spinta molto più avanti, molto più in là della linea che non sarei mai arrivata a superare per nessuno, per lui avrei trasformato la mia vita in un inferno, e avrei chiesto l'elemosina sulla porta di una chiesa, avrei battuto il marciapiede finché le gambe mi avessero retta, avrei perso tutto, e avrei mentito, e avrei imbrogliato, e avrei ingannato, e avrei rubato, e avrei ucciso, solo per lui, se lui me lo avesse chiesto
90.
Quelli che avevano la fortuna di avere un compagno nelle vicinanze che notava la loro mancanza in tempo per svegliarli, pagavano il sonno con l’amputazione dei piedi o delle gambe, oppure con un’improvvisa cecità che li faceva gridare come impazziti, anche se sapevano che, probabilmente, la perdita della vista non era definitiva
91.
Nei primi tempi pensai solo a Raquel, al suo corpo, alla sua pelle, alle sue espressioni, al suo modo di sorridere, di farsi seria, a come guardava, mi guardava, e al relitto spoglio e senza senso che, in assenza di tutto ciò, diventava il mio corpo, condannando i miei occhi a un’impotenza peggiore della cecità, perché non impediva loro di continuare a vedere la trivialità, l’insieme di forme e colori pallidi, sbiaditi, sciocchi in modo irritante, che si ostinavano a esistere attorno a me
92.
L’uomo più simpatico del mondo, il seduttore nato, l’incantatore di serpenti, l’illusionista del suo stesso talento, l’autodidatta brillantissimo, il vincitore invitto, stava per scomparire dall’orizzonte della sua famiglia almeno per alcune ore e neppure la cecità del più cieco dei suoi figli sarebbe riuscita a restituirlo per intero, sano e salvo, senza macchia né strappi, al cartoncino dorato in cui sua moglie aveva incollato le nostre testoline ritagliate
93.
La sigla di Movierecord risuonava come un tempo, quando lui si lanciava sul posto alla sua destra per cercarla alla cieca, con la bocca e con le mani, con tutta la cecità della sua bocca e delle sue mani, benché lei protestasse irosamente per la sua veemenza
94.
E così, accanto a un coltello che aveva staccato la carne dalle ossa, si poteva trovare un ago che, con un solo punto, ricuciva una ferita, e penne di gufo che curavano la cecità
95.
— Pochi uomini hanno in genere la fede in se stessi; e di questi pochi alcuni la ricevono in sorte come un’utile cecità o come parziale ottenebramento del loro spirito — (che cosa scorgerebbero, se potessero scrutare il fondo di se stessi!), gli altri devono prima conquistarsela: tutto quello che fanno di buono, di valido, di grande, è in primo luogo un argomento contro lo scettico che si annida in loro; si tratta di convincere o persuadere questo scettico, e per questo ci vuole quasi del genio
96.
Io penso allora al vecchio Kant che, come castigo per essersi sgraffignato la «cosa in sé» — un’altra cosa ridicolissima! — fu poi accalappiato dall’«imperativo categorico» e con questo in cuore fece ritorno ai vecchi errori «Dio», «anima», «libertà» e «immortalità», come una volpe che ha la cattiva idea di ritornare nella sua gabbia: — ed erano state la sua forza e la sua intelligenza che avevano forzato questa gabbia! — Ma come, tu ammiri l’imperativo categorico in te? Questa «saldezza» del tuo cosiddetto giudizio morale? Questa «assolutezza» del sentimento: «Su ciò tutti devono giudicare come me»? In ciò ammira piuttosto il tuo egoismo! E la cecità, meschinità e pochezza del tuo egoismo! Egoismo è infatti ritenere il proprio giudizio legge universale; e di nuovo un egoismo cieco, meschino e dappoco, perché rivela che non hai ancora scoperto te steso, che non ti sei ancora creato un ideale tuo, esclusivamente tuo: — questo cioè non potrebbe mai essere quello di un altro, e ancor meno quello di tutti, di tutti! — Chi ancora giudica: «Così, in questo caso, dovrebbero agire tutti», non ha fatto ancora cinque passi avanti nella conoscenza di sé; altrimenti saprebbe che non ci sono né possono esserci azioni uguali, — che ogni azione che è stata compiuta è stata compiuta in un modo assolutamente unico e irripetibile, e che lo stesso accadrà per ogni azione futura, — che tutte le norme dell’agire si riferiscono solo alla rozza parte esteriore (e perfino le norme più intime e sottili di tutte le morali finora esistite), — che con esse si può giungere bensì a una parvenza di uguaglianza, ma appunto solo a una parvenza, — che ogni azione, sia considerata anteriormente sia posteriormente, è e rimane una cosa impenetrabile, — che le nostre opinioni di «buono», «nobile», «grande» non potranno mai essere dimostrate dalle nostre azioni, perché ogni azione è inconoscibi le, — che sicuramente le nostre opinioni, valutazioni e tavole di valori fanno parte delle leve più potenti nel ruotismo delle nostre azioni, ma che per ogni singolo caso la legge del loro meccanismo è indimostrabile
97.
— In tal modo la domanda: perché la scienza? riconduce al problema morale: a che in genere la morale, se vita, natura e storia sono «immorali»? Non c’è alcun dubbio, l’uomo verace, in quel temerario e ultimo senso che la fede nella scienza presuppone, afferma con ciò un mondo diverso da quello della vita, della natura e della storia; e in quanto afferma quest’«altro mondo» — ma come, non deve per ciò stesso negare il suo opposto, questo mondo, il nostro mondo?… Si sarà certo capito dove voglio arrivare, cioè a provare che è pur sempre una fede metafisica quella su cui riposa la nostra fede nella scienza — che anche noi uomini della conoscenza di oggi, noi senzadio e antimetafìsici, continuiamo a prendere anche il nostro fuoco dall’incendio acceso da una fede millenaria, quella fede dei cristiani che fu anche la fede di Platone, per cui Dio è la verità e la verità è divina… Ma che accade, se proprio ciò diviene sempre più incredibile, se niente più si dimostra divino tranne l’errore, la cecità e la menzogna — se Dio stesso si rivela come la nostra più lunga menzogna?
98.
Un altro ideale ci corre innanzi, un ideale stravagante, tentatore, ricco di pericoli, a cui non vorremmo persuadere nessuno, perché a nessuno concediamo facilmente il diritto di nutrirlo: l’ideale di uno spirito che giochi ingenuamente, cioè involontariamente e per una pienezza e vigoria strabocchevole, con tutto ciò che finora è stato detto sacro, buono, intoccabile, divino; per il quale il bene supremo, in cui il popolo ha com’è naturale la sua misura di valore, significherebbe già altrettanto che pericolo, decadenza, abiezione o, per lo meno, rilassamento, cecità, oblio temporaneo; l’ideale di un benessere e benvolere umano-sovrumano, che molto spesso apparirà disumano, per esempio, se si pone accanto a tutta la serietà che c’è stata finora sulla terra, accanto a ogni specie di solennità nell’atteggiamento, nella parola, nell’accento, nello sguardo, nella morale e nel compito, come una loro vivacissima parodia involontaria — e con il quale soltanto, ciò nonostante, comincia la grande serietà, viene apposto il vero punto interrogativo, il destino dell’anima segna una svolta, la lancetta avanza, comincia la tragedia…
99.
Nell’amore della donna è ingiustizia e cecità verso tutto ciò che ella non ama